Il sistema italiano della moda nel 2019 aveva raggiunto ricavi per oltre 90 miliardi di euro, un valore in rialzo dello 0,8 per cento, raggiunto anche grazie alla spinta dall’export (+6,2 per cento a 71,5 miliardi). Il settore tessile in generale, quello delle confezioni di abbigliamento, anche per conto terzi hanno subito per gli effetti del covid-19 un brusco rallentamento. Le proiezioni di enti ed associazioni di settore riferiscono che il 2020 comporterà una riduzione del fatturato di almeno il 30 per cento e che questa crisi delle imprese della moda prolungherà i suoi effetti negativi anche nel 2021 e nel 2022.
Quali sono state le misure messe in campo dalle imprese della moda a seguito dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria?
La filiera del settore tessile e della moda non si è mai completamente e in maniera generalizzata fermata. Le aziende hanno continuato, quando potevano farlo per deroga, la loro produzione, interrompendola quando la catena di approvvigionamento e distribuzione delle commesse, specialmente nel comparto del conto terzi, si è fermata.
A questo punto, nonostante l’esigenza di pressanti misure di cautela e protezione dei lavoratori impegnati nella produzione, un significativo segmento del settore ha scelto la strada della riconversione rapida dei processi produttivi, scegliendo la manifattura di dispositivi di protezione: mascherine, ma anche camici, tute da lavoro ed ogni tipo di dispositivo individuale che garantisse sicurezza per chiunque ne avesse necessità, nel mondo del lavoro e nell’intera società italiana.
Quali sono le opportunità di una riconversione industriale del settore tessile?
Il settore tessile, come quello della chimica, è il comparto che ha rappresentato più fiducia, determinazione e operosità in una rapida riconversione della produzione a seguito dell’emergenza sanitaria. Secondo una ricerca di settore sono sei su dieci le imprese della moda e del fashion che hanno scelto la riconversione. Si tratta di aziende che custodivano già una cultura d’impresa, linee di produzione e professionalità interne da adattare a questa nuova esigenza.
In tale quadro di intervento, di strategica importanza è l’attenzione al B2B. L’ottimizzazione del B2B può facilitare i processi di approvvigionamento delle materie prime, garantendo di condividere con il canale distributivo i vantaggi di modelli produttivi più flessibili ed aderenti alla domanda, riducendo i rischi e aumentando la costanza dei flussi di vendita.